venerdì 10 agosto 2012

Etichettatura del pesce: nome, metodo di produzione, zona di cattura...per noi è FAO 37

fotografia prelevata da questo sito: http://www.spesaduepuntozero.it/

Oggi niente ricette, cioè niente ricette per come siamo abituati, ma una ricetta importante: impariamo a conoscere il mare e quello che ci sta dentro, quello che ci vendono, quello che mangiamo. Quando andiamo in pescheria non facciamo decidere a loro, decidiamo noi, facciamo una scelta consapevole. Non so se questo post vi aiuterà, io ho imparato molte cose, Sono qui per qualsiasi domanda. Ricordatevi Fao 37, significa che il pesce che stiamo per comprare viene dal Mediterraneo e accanto ci deve essere scritto, pescato, allevamento o congelato, è obbligatorio.

Fao è l'Organizzazione internazionale che si occupa dei problemi dell'alimentazione e dell'agricoltura nel mondo, e ovviamente è proprio la Fao ad occuparsi di pesca. 


Nell’aprile del 2002,  è entrato in vigore il decreto ministeriale che fissa i criteri per il regolamento sull’etichettatura dei prodotti ittici.

Questo provvedimento prevede, per tutti i prodotti ittici in commercio, una specifica etichetta, che deve riportare le seguenti informazioni:
. denominazione commerciale della specie;
· denominazione scientifica della specie (facoltativa);
· metodo di produzione, come la cattura in mare o in acque interne,  oppure l’allevamento;
· zona di cattura; 
· bollo sanitario (solo su preconfezionato).
 Il metodo di produzione.
 Indica se il pesce proviene da allevamenti o se è stato catturato. 
foto prelevata da consumatori.myblog.it
 L’indicazione prevede tre opzioni:
· pescato
· pescato in acque dolci
· allevato
La zona di cattura.
Con questo si individua il luogo d’allevamento o di cattura, sia che si tratti di pesci nostrani sia che provengano da Stati dell’Unione Europea o da Paesi extracomunitari. 

L’indicazione prevede:

A. Per i prodotti pescati in mare:
Zona FAO n. 21 Oceano Atlantico nord-occidentale
Zona FAO n. 27 IIId Atlantico nord-orientale (escluso Mar Baltico)
Zona FAO n. 27.IIId Mar Baltico
Zona FAO n. 31 Oceano Atlantico centro-occidentale
Zona FAO n. 34 Oceano Atlantico centro-orientale
Zona FAO n. 41 Oceano Atlantico sud-occidentale
Zona FAO n. 47 Oceano Atlantico sud-orientale
Zone FAO nn. 37.1, 37.2 e 37.3 Mar Mediterraneo
Zona FAO n. 37.4 Mar Nero
Zone FAO nn. 51 e 57 Oceano Indiano
Zone FAO nn. 61, 67, 71, 77, 81 e 87 Oceano Pacifico
Zone FAO nn. 48, 58 e 88 Oceano Antartico

N.B.: È facoltà del venditore indicare una zona di cattura più dettagliata (ad esempio, nella Zona FAO n. 37, Mar Adriatico).

B. Per i prodotti pescati in acque dolci:
Nome del Paese membro o del Paese terzo di origine

C. Per i prodotti di allevamento:
Nome del Paese membro o Paese terzo/più Paesi membri o Paesi terzi. 

Il campo di applicazione.
Il decreto sull’etichettatura dei prodotti ittici si applica a pesci, crostacei e molluschi, che siano vivi, freschi, refrigerati, congelati, surgelati, decapitati, sgusciati, tagliati in pezzi o in filetti oppure triturati, secchi, salati, in salamoia, affumicati, anche preventivamente precotti, in polvere, in farina o in pellets, purché atti all’alimentazione umana.

I controlli
Gli operatori della filiera sono tenuti ad assicurare la tracciabilità del prodotto ittico, mentre il ruolo delle autorità  è quello di controllare che ad ogni passaggio della commercializzazione le informazioni relative alla denominazione commerciale, al metodo di produzione e alla zona di cattura siano disponibili.

cartina presa dalla rete da zeronuke.com
Il pesce d’acquacoltura
Esistono diverse tipologie di allevamento ittico, che possiamo suddividere in tre categorie: 
allevamento intensivo, semiestensivo ed estensivo.

· Nell’allevamento intensivo i pesci vivono in vasche di acqua dolce, salata o salmastra, e sono alimentati esclusivamente con mangimi artificiali, secondo diete specificamente formulate per ogni singola specie. 

La maricoltura è invece un particolare tipo di allevamento intensivo in cui i pesci sono posti in grosse gabbie galleggianti o sommerse in mare aperto.

Nell’allevamento estensivo (vallicoltura) il pesce viene seminato allo stato giovanile in lagune o stagni costieri, e si nutre in maniera naturale, sfruttando le risorse dell’ambiente. (vedi Laguna di Orbetello)

L’allevamento semiestensivo è una forma di acquacoltura intermedia, in cui i pesci hanno una dieta ibrida, che vede una base di alimentazione naturale integrata con mangimi artificiali.

La qualità del pesce d’acquacoltura
Il pesce da acquacoltura ha in genere lo stesso valore nutrizionale del pescato, sebbene nel caso dell’allevamento intensivo il contenuto in grassi può essere più elevato. Si tratta però di grassi che – come nel pescato – sono particolarmente ricchi di composti polinsaturi e di Omega 3. La possibilità di prelevare il prodotto secondo le quantità richieste dal mercato offre inoltre il vantaggio di ridurre notevolmente l’invenduto, garantendo in qualche modo una freschezza costante.

Lo svantaggio, naturalmente, è quello della qualità: le caratteristiche organolettiche del pescato sono in genere superiori. Il pesce allevato in maniera estensiva, tuttavia, rappresenta spesso un buon compromesso tra qualità e prezzo.



e per finire un meraviglioso cacciucco alla livornese dal mio blog

I mangimi con cui viene alimentato il pesce d’acquacoltura sono composti di materie prime che la normativa vuole scelte con particolare attenzione all’ecocompatibilità ed alla digeribilità da parte delle specie ittiche cui sono destinati. Essi sono principalmente composti di farina e olio di pesce (dal 50
all’80%) derivati da pesce fresco di basso valore commerciale. La frazione rimanente è composta da proteine vegetali – in gran parte farine di soia – e da amidi derivati dal frumento usati come leganti. Le farine di carne sono invece da tempo escluse per legge anche da questo tipo di formulazioni.

I controlli
I controlli sugli allevamenti e sui mangimi sono di competenza delle Asl, che – grazie anche al numero di impianti relativamente modesto (circa un migliaio su tutto il territorio nazionale) – effettuano periodicamente prelievi ed analisi.

Fonte Adiconsum:
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6 commenti:

  1. Ecco. bellissimo post. mi ero persa questa etichettatura, penso che farò una ricerca mi informerò meglio ed anche io scriverò un post del genere.
    Queste informazioni sono alla base di una buona cultura alimentare. GRAZIE!!

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  2. Un post utile e importante. Grazie.

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  3. che post interessante e pieno di informazioni importanti, grazie Tam!Lo condivido subito!

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  4. D'ora in poi terrò a mente i tuoi preziosi consigli...
    Un bacione grande

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  5. Un contributo importante, cara Tamara, per la saute di tutti noi in questo post chiaro e completo.
    Sto girovagando per i blog amici e ,per quelli iscritti a net parade, mi fa piacere dare il mio contributo con il voto e il GIUDIZIO...e riceverlo, naturalmente!
    Un modo per condividere la passione per la rete. A presto:)
    Marilena

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