martedì 29 gennaio 2013

MINESTRA DI LEGUMI E CICORIA


Questa scalda sì il cuore, adatta alle giornate fredde, mangiandola si gode dei benefici dei fagioli, dei ceci e della cicoria, verdura molto importante, adatta a disintossicarsi. Nella fotografia si possono notare i pomodorini mezzi gialli, anche un sciupatini, quelli che erano rimasti attaccati alla pianta e che ho levato una ventina di giorni fa per fare la fotografia e li ho anche usati, avevano un buon sapore, adesso ci sono i fiori nella pianta, e siccome da oggi, per alcuni giorni ci sarà l'anticiclone delle Azzorre, farà un caldo estivo e i fiori dei pomodorini andranno avanti...bene li mangerò con anticipo.

Ingredienti

200 grammi di ceci messi a bagno per 24 ore e cotti
200 grammi di fagioli cannellini messi a bagno per 12 ore e cotti
500 grammi di cicoria, piccola lavata molto bene 
sedano, carota, cipolla, aglio, peperoncino
olio evo

Prendere un bel tegame dai bordi alti, metterci qualche cucchiaio di olio evo, poi la carota, il sedano, la cipolla, l'aglio, il peperoncino, tutto a pezzetti, far rosolare e aggiungere della passata o del concentrato di pomodoro, poi i ceci e i fagioli e la loro acqua di cottura, adesso mettere il coperchio e far cuocere per circa un'ora , aggiungere la cicoria e far cuocere ancora per una mezzora senza coperchio, egli ultimi 10 minuti aggiungete della pasta, quella che volete
Quando è pronta, un bel giro d'olio e nei piatti, è una minestra inventata da me, sana e buona, per consumare legumi e verdure.

L'importanza dei legumi:

I legumi sono la base dell’a alimentazione umana soprattutto perché sono tra i vegetali più ricchi di proteine di discreto valore, secondo i nutrizionisti sono prodotti vegetali che possono rappresentare una valida alternativa a carne, pesce, uova e latte. Ed inoltre avendo un elevata quantità di amido ne fa una buone fonte energetica, la discreta quantità di fibre alimentare sia di quella «insolubile» (soprattutto cellulosa, localizzata prevalentemente nella buccia esterna), capace di regolare le funzioni intestinali, sia di quella «solubile» o «formante gel», capace di collaborare al controllo dei livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue, li rende sazianti e migliora il funzionamento dell’intestino; le quantità di vitamina del gruppo B (B1, B2 e niacina), ferro (uno dei principi nutritivi più scarsamente presenti negli alimenti), calcio e potassio sono tra le più alte tra tutti gli altri vegetali.
Essi vengono consumati sia allo stato fresco che allo stato secco. Ovviamente i legumi freschi, rispetto a quelli secchi, hanno un contenuto di acqua molto superiore (dal 60 al 90% contro il 10-13%), e quindi, a parità di peso, un contenuto proteico e glicidico inferiore, ed anche un valore calorico più basso.
I legumi di maggior uso alimentare e più diffusi nel nostro Paese sono: fagioli, piselli, lenticchie, ceci. Ma è bene ricordare che tra di essi ci sono anche la soia, le fave, i lupini, le cicerchie e le arachidi, di elevata importanza.











venerdì 25 gennaio 2013

Crepes di ceci con interno di zucca su salsa di ceci



La ricetta deve essere light, ma proprio light...cotta, preferibilmente in padella, senza l'aggiunta di nessun condimento per la cottura, solo, a quanto ho capito, un filo d'olio alla fine, rigorosamente a crudo. Visto che il contest è della più famosa marca di pentolame italiano, Lagostina, per la cottura della mia ricetta utilizzerò appunto una padella Lagostina.
La ricetta che ho pensato si articola in due fasi: le crepes, la farcitura delle crepes. 


Ingredienti:

per le crepes

100 grammi di farina di ceci
50  grammi di farina 0
3 uova
2 dl di latte
sale
Mettete le farine setacciate in un contenitore, rompete dentro le uova e frullate fino ad ottenere una pastella senza grumi, poi cominciate ad aggiungere, a filo, il latte sbattendo sempre con le fruste. Aggiungete per ultimo un pizzico di sale. Coprite e fate riposare due, tre ore.

per la farcitura

500 grammi di zucca cotta precedentemente in forno (è la cottura migliore per la zucca se si utilizza come ripieno perché prende meno acqua) si taglia la zucca a spicchi, si fodera la buccia con alluminio, si mette nella leccarda del forno con un po' di acqua in fondo e si fa cuocere a 160°C per un'ora, comunque fino a che, infilando i rebbi della forchetta, risulti tenera.
200 grammi di parmigiano
noce moscata
sale, pepe

per la presentazione del piatto

delle foglie di porro tagliate tipo nastro e buttate alcuni minuti in acqua bollente
50 grammi di farina di ceci allungata con acqua tiepida fino a che non diventa bella liquida (ovviamente sul fuoco molto basso) per metterla a specchio nel piatto

Passate la zucca al passalegumi e raccoglietela in una pirofila, unite il parmigiano, il sale, il pepe, e la noce moscata, mescolate molto bene, coprire e lasciare da parte.
Riprendete l'impasto delle crepes, una padella di medie dimensioni (la padella deve essere nuovissima, oppure quella elettrica, io le faccio con la padella).
Fate scaldare poco la padella, versate un piccolo ramaiolo di impasto, muovete la padella per far andare l'impasto su tutto il fondo, far cuocere da un lato e poi girare. Via via che le cuocete mettetele in un piatto e copritele altrimenti si seccano. Una volta pronte, metteteci dentro la farcia e legatele a sacchettino con un nastro di porro precedentemente scottato in acqua bollente.
Mettete la salsa, fatta con la farina di ceci, a specchio nel piatto e appoggiateci i sacchettini, come da fotografia. Se volete qualche goccia di olio, come decorazione, altrimenti "total light".
Questa ricetta partecipa al contest Lagostina




martedì 22 gennaio 2013

ACQUA COTTA




La Storia
L’Acqua Cotta della mia nonna, diversa dalle tante che si trovano in tutta la Toscana, molto più semplice. Senza funghi, senza salsiccia, senza pancetta, con le verdure "sull'uscio" come si diceva una volta, cioè appena apri la porta che dà sull'orto, le trovi.
Questa è la ricetta dell'Acqua Cotta, della mia nonna materna, la nonna che cucinava benissimo, qualunque cosa, i suoi pici erano la fine del mondo, quando lei "appiciava" era un piacere guardarla ed io la guardavo ed ho imparato a fare i pici, i suoi arrosti, unici, e quei gesti, che si ripetevano da decenni, e lei non era mai stanca, aveva un sorriso per tutti, un abbraccio, un bacio. Io le volevo molto bene, mia nonna era una donna dei primi del novecento, ma aveva idee molto moderne, amava il mondo, amava i giovani, era felice quando sapeva che andavamo fuori dall'Italia, o in vacanza o per lavoro, era felice perché sapeva che stavamo bene. Lei aveva cresciuto tutti i nipoti, tutti noi, la sua casa era al centro dell'isolato e tutti o al mattino per la colazione o per il pranzo o per la merenda ci capitavamo e lei sempre felice di vederci, ci sfamava con pane e pomodoro, pane vino e zucchero, che merende meravigliose, 
LAcqua Cotta era un mangiare molto povero che preparavano i mandriani durante le lunghe attese guardando le bestie che pascolavano, o quando le portavano d'estate e mangiare erba fresca nelle zone del Casentino, oppure i carbonai quando andavano nei boschi a fare le carbonaie e stavano fuori diversi giorni, tutti si portavano dietro olio sale un pezzo di pane che già non era morbidissimo, carne secca e un pezzo di baccalà ovviamente secco. Poi quando era ora di mangiare mettevano nell’acqua un mazzo di erbe trovate al momento nei campi, ci buttavano dentro il soffritto di pancetta e cipolla e poi il baccalà e le patate. Questo è quanto riporta Leo Codacci nel suo libro “Civiltà della tavola contadina” che parla di quel pezzo di Toscana, la Maremma appunto, oggi ricercatissima da un turismo molto esigente, ieri terra di malaria, terra aspra e dura, Maremmamara appunto. E poi c'erano le donne che restavano a casa e dovevano dar da mangiare ai figli, che erano sempre tanti, e così andavano nell'orto dietro casa e prendevano le poche erbe e le mettevano nell'acqua e ogni tanto, quando si salvavano dalle razzie quotidiane di padroni senza scrupoli, ci mettevano anche qualche uovo. Fin qui la storia, della mia nonna e della Maremma. 
Adesso vado a raccontarvi la mia ricetta, è certo che è solo mia, se ne trovate una uguale, vuol dire che è stata copiata. Fatela, e se volete pubblicarla, citate la fonte.

Ingredienti:

1 etto di sedano a testa, (se ci sono 10 persone sarà 1 chilo così per le altre cose)
1 cipolla grande bianca a testa, se è tempo usate quelle schiacciate grandi, altrimenti le 

   dorate
1 etto di coste a testa, per le coste prendete le bietole quelle grandi e usate solo la parte inferiore
carote, le carote si mettono solo per un effetto ottico, 1 se si è in pochi, 3-4 se in 10 o più
1 barattolo di pelati piccolo o grande a seconda della quantità di verdure o pomodori freschi, o una buona passata

sale e pepe
1 uovo a testa, io bio


Prendete un tegame dai bordi un po' alti, metteteci dell'olio extravergine di oliva, due spicchi di aglio schiacciati, fateli imbiondire e poi toglieteli. Dopo aver lavato accuratamente le verdure, cominciate a tagliarle a tocchetti e mettetele via via nel tegame, iniziate con le verdure più dure, il sedano, e continuate molto lentamente in modo che le stesse si appassiscano, vedrete infatti che all'inizio riempiranno il tegame e quando inizieranno a perdere acqua diventeranno poche poche. Una volta finito mettete un piccolo barattolo di pelati schiacciati con la forchetta o passati, in estate potete mettere pomodori freschi, ricoprire il tutto con acqua bollente, regolate il sale e mettete il coperchio. Un'ora di cottura a fuoco medio basso, le verdure devono essere cotte ma non spappolate...a fine cottura rompete un uovo a testa (deve rimanere intero) dentro l'acqua cotta. L'uovo si cuocerà subito e potete iniziare a fare i piatti. Se qualcuno vuole mettere del pane abbrustolito va bene, mettete un ramaiolo abbondante di verdure e sopra l'uovo. Una generosa macinata di pepe e un giro d'olio....una delizia.
Questa è la mia ricetta del cuore, l'Acqua cotta della mia nonna.



                        Con questa ricetta partecipo al contest di Pane, burro e Marmellata



sabato 19 gennaio 2013

Tortelloni di patate e gamberoni in guazzetto di arancio



Il 26 gennaio, tornano in piazza "Le arance della salute" e come ogni anno avremo la possibilità di acquistare le famose arance rosse di Sicilia, prodotto Igp, e fiore all'occhiello dell'isola. Come tutti sappiamo il cancro si combatte anche a tavola e per questo cerchiamo quotidianamente, ognuno di noi come può, di far arrivare alla gente l'importanza di un'alimentazione sana, di un'alimentazione fatta in modo particolare da frutta e verdura, e insegniamo ai bambini, fin da piccoli, a bere spremute e mangiare arance tutti i giorni, sicuramente avranno meno raffreddori, i miei figli sono stati abituati fin dalla tenerissima età a mangiare e bere agrumi, ricordo mio figlio, oggi ventitreenne che a 6 mesi teneva mezzo limone bio in mano, dopo che io avevo tolto i semi e lo succhiava felicissimo senza che il sapore, forte del limone lo disturbasse, li ho abituati a mangiare anche molta verdura e sicuramente si troveranno meglio
.
La mia passione per i ravioli, tortelli, agnolotti, tortellini ecc., mi pare ormai risaputa, non passa settimana che io non racchiuda dentro ad un pezzo di pasta, qualche cosa, verdura, frutta,  formaggi e tutto quello che si può dichiarare commestibile. In un tortello si può racchiudere, come nel caso della mia ricetta, un pasto completo, primo, secondo e frutta e i sapori sono ben amalgamati, e la visione io la trovo splendida, con questi colori solari.
E poi tutti conosciamo le virtù delle arance, beviamo le spremute, mangiamole a spicchi, usiamole in cucina, utilizziamo anche la buccia, ovviamente devono essere biologiche altrimenti la buccia contiene veleni, ma utilizziamo le nostre arance, è una cosa di cui siamo ricchi e di cui dobbiamo andare fieri, è uno dei nostri migliori prodotti. La buccia, possiamo seccarla in forno e poi frullarla e utilizzarla per aromatizzare creme, the,dolci, io ne ho diversi barattoli e la uso molto, ne ho anche di arance amare.

Ingredienti:
non metto i pesi perché li trovate nella sfoglia

sfoglia per i tortelli che trovate qui

per il ripieno:
8 gamberoni 
3/4 patate, sbucciate e lessate
rosmarino
aglio
3 arance, il succo e la buccia


Schiacciate le patate, mettetele in una padella con uno spicchio di aglio, olio e del rosmarino e la buccia di 1 arancio, fatele insaporire e poi lasciatele freddare, nel frattempo mettete i gamberoni in una padella, con olio e aglio, fateli rosolare velocemente a fuoco alto e poi inonadteli con il succo dell'arancio e la buccia degli altri due, fateli andare ancora un paio di minuti e poi spegnete.
Adesso tirate la sfoglia, tagliatela a quadri abbastanza grandi e mettete un cucchiaio di patata in ogni quadro, sopra un pezzo di gamberone, sale e pepe, chiudete con un altro quadro di pasta, sigillate bene i bordi e andate avanti fino ad esaurimento della farcia e della pasta. 
Quando l'acqua bolle calate i tortelloni, aspettate 3/4 minuti e tirateli fuori, metteteli nella padella dove avete cotto i gamberoni e dove sarà ancora la salsa all'arancio, poi impiattate versando sopra l'arancio e i gamberi e le fettine di arancio tagliate finissime.



venerdì 18 gennaio 2013

CREPES AI FAGIOLI CANNELLINI


La crespella, conosciuta anche con il termine francese di crêpe, è un tipo di cialda sottile, morbida ed elastica, cotta su una superficie rovente tonda. La crepe, dolce o salata viene farcita con ogni ingrediente, verdura, carne, formaggi, pesce, oppure con cioccolata, le famose crepes alla nutella, tanto amate dagli adolescenti, e non, poi con marmellate, oppure frutta fresca e panna, insomma le crepes si possono abbinare a tutto, e poi una bella besciamella e in forno a gratinare e il successo è assicurato, basta un po' di fantasia. Le crespelle appartengono alla famiglia delle cialde, con le gauffre, con i pancake, con i wafer, e anche nel resto d'Europa ci sono preparazioni simili, in Ungheria e Romania, "clatita", in Serbia, Slovenia, Slovacchia e Croazia, "palacinka", meno sottili delle crespelle, più simili ai cannelloni, e le cryspe inglesi, fatte solo con gli albumi. Poi ci sono le "scrippelle 'mbusse" abruzzesi, sottili, arrotolate e messe nel brodo. Tipiche della Valsesia sono le miacce, insomma, ogni paese, borgo, provincia, grande o piccola ha la propria crespella e ognuno la farcisce come meglio crede. Io le mie crèpe le ho farcite con dei fagioli cannellini all'uccelletto, con un sugo molto leggero, non troppo piccante e conditi con una salsa besciamella abbastanza liquida, infornate e mangiate, Ovviamente non le ho fatte tutte a cestino chiuse con un filo di coda di cipollotto, le altre le ho chiuse a pacchetto, messe in una pirofila, irrorate di besciamella, sughetto, parmigiano e in forno, Ecco adesso gli ingredienti e la spiegazione delle mie crepes ripiene di fagioli cannellini.

Ingredienti:

per le crepes:
100 grammi di farina 0 - io Molino Chiavazza
50 grammi di farina di segale
3 uova
3 bicchieri di latte, di solito ne metto 2 ma la farina di segale assorbe di più
3 cucchiai di burro fuso
Sbattere con il frullino o planetaria tutto insieme e far riposare alcune ore, poi o con la padellina o con con la crepiera elettrica fare le crepes.

per l'interno:
200 grammi di fagioli cannellini messi a bagno la sera prima e cotti in acqua, oppure un barattolo già cotti, come preferite, io li ho cotti. 
preparate un sugo di pomodoro molto leggero, intendo liquido, non ristretto, con aglio e poco peperoncino, fatelo cuocere per 10 minuti e poi metteteci i fagioli che farete insaporire per circa un'ora, se venisse a mancare il liquido aggiungete acqua bollente, mai fredda, oppure passata di pomodoro sempre calda
Preparate una besciamella, anche questa abbastanza liquida con:
20 grammi di burro
1 cucchiaio di farina
300 ml di latte

Riprendete le vostre crepes e farcitele con i fagioli, un paio di cucchiai ogni crepes, e poi tirate su tutti i lati della crepe e legateli con del filo da cucina o dell' erba cipollina, io avevo dei cipollotti e le ho legate con una foglia divisa in due, poi in una pirofila da forno, besciamella sotto e un po' di sugo di pomodoro e besciamella sopra, in forno 15 minuti. Sentirete il sapore e la delicatezza


mercoledì 16 gennaio 2013

CREMA DI AVOCADO SU CIPOLLE GLASSATE

Salute, bontà e bellezza in un'unica ricetta: Crema di avocado su un fiore di cipolle rosse caramellate con biscottini croccanti, una preparazione tutta vegetariana, un antipasto per le cene con i vostri amici, per me è anche un contorno o un secondo, visivamente perfetto.

Una bella presentazione per un antipasto senza nessun ingrediente di origine animale, composto da una crema di avocado, che deve essere ben maturo, delle cipolle rosse, le tropea non ci sono, ma le rosse tonde sì, e dei biscottini fatti con farina integrale e semi di papavero. La ricetta è stata presa da qui, dal blog dello chef Giuseppe Capano, io seguo molto Capano, le sue ricette vegetariane sono il mio modo di mangiare, è bravo e mi affascina il suo modi di scrivere, le sue spiegazioni. 
Alla crema di avocado e alle cipolle glassate lui ha abbinato dei biscottini ai semi di papavero e farina integrale, molto croccanti. Per ogni altra spiegazioni andate nel blog di Capano: Gusto e salute in cucina.

Ingredienti:

100 grammi di farina integrale - io 50 gr. di grano saraceno e (50 gr di farina 0, Molino Chiavazza)
20 grammi di semi di papavero
4 cipolle rosse medie
4 foglie di alloro fresco
1 limone
2 avocadi maturi
1 cucchiaio di zucchero di canna 
2 cucchiai di aceto
2 cucchiai di olio evo
4 cucchiai di acqua
sale

Mescolare, farina di grano saraceno, farina 0 e semi di papavero, aggiungere l'olio, il sale e l'acqua, impastare, aggiungere acqua, se serve, deve venire un impasto morbido ma lavorabile, far riposare per un'ora.

Tagliare in due l'avocado, togliere il nocciolo, tagliare la polpa a dadini e frullatela  (la mia è venuta un po' granulosa a causa del minipimer), bagnatela con il succo del limone per evitare che si scurisca e aggiungere il sale, mettere in frigorifero.

Sbucciare e tagliare in 4 le cipolle, metterle in una padella con poco olio evo e le foglie di alloro, un pizzico di sale e fatele rosolare per circa 10 minuti, poi aggiungete lo zucchero di canna, fate caramellare per 5 minuti, alzate la fiamma e versate l'aceto, fate evaporare un po' l'aceto e spegnete.

Riprendete la pasta, stendetela, spessore qualche millimetro, fate delle stelline con un tagliabiscotti o coppapasta, io ho usato il taglia ravioli, infornate a 190°C per circa 10 minuti.

A questo punto costruite il piatto, sfogliate le cipolle e disponetele come dei petali, in mezzo la polpa di avocado e poi i biscottini. Eccellente: bontà, salute e bellezza tutto in un piatto, la vostra crema di avocado su cipolle glassate e biscottini di grano saraceno.

lunedì 14 gennaio 2013

RAVIOLI DI PESCE: GAMBERONI E SALMONE




Ancora una ricetta fatta la sera di Natale, la propongo perché si può fare sempre, è adatta a cene importanti, è facile, di sicuro effetto e buona come sanno essere buoni  i ravioli di pesce fatti con gamberoni e salmone affumicato, due ingredienti che non necessitano di grandi cotture, il salmone affumicato è pronto, i gamberoni vanno lavati, sgusciati, tolto il budellino, saltati velocemente in padella, pronti. Partiamo dalla pasta.

Ingredienti:

per la pasta:
300 grammi di farina di grano duro, io Molino Chiavazza
3 uova
impastate molto bene e a lungo, se è troppo morbida aggiungete ancora farina

per il ripieno:
salmone affumicato
7/8 gamberoni, 

Lavare i gamberoni, levare il guscio incidendolo con le forbici e togliere il budellino nero, scaldare poco burro in una padella e metterci i gamberoni, farli rosolare velocemente e sfumarli con il cognac, del rum o della grappa, quello che preferite.

Tirare le strisce di pasta e assemblare i ravioli, mettere un pezzo di gamberone (dividere un gamberone in tre parti) e un pezzo di salmone affumicato, coprire e chiudere bene, tagliare con la rotellina che sigilla,così fino alla fine. Appoggiarli su una spianatoia infarinata per non farli attaccare.
Mettere a bollire dell'acqua e preparare un leggero condimento. Burro, besciamella molto liquida, qualche cucchiaio e qualche cucchiaio di passata di pomodoro molto liquida,quasi la sciacquatura della bottiglia, deve venire fuori un condimento leggero e appena rosato, lasciare il condimento nella padella e quando i ravioli sono cotti, pochi minuti in acqua bollente, salata, prenderli dalla pentola con la schiumarola e metterli nel condimento, farli insaporire qualche minuto e mettere nei piatti. Il figurone è assicurato,ve lo garantisco.


mercoledì 9 gennaio 2013

PANE DI ZUCCHERO...per l' Abbecedario Culinario Europeo



Come annunciato qui è partito ieri il nostro viaggio culinario in Europa, l'Abbecedario Culinario Europeo, un progetto di Aiù del blog, Trattoria Muvara. Toccheremo virtualmente tutte le capitali europee, cercheremo di conoscere questo nostro vecchio continente attraverso la sua cucina, i suoi gusti, il suo modo di mangiare, il nostro viaggio sarà lungo, durerà un anno e ci auguriamo che altri food blogger ci seguano così da formare un bellissimo gruppo e raccogliere tante ricette, spesso  sconosciute, insieme ci divertiremo.
Ha iniziato il nostro viaggio Gata da plarqui trovate la bellissima ricetta della Appletaart eseguita magistralmente da Mony, e poi non è stato facile essere la prima, per noi, che veniamo dopo, sarà tutto più semplice, Mony ci ha presentato oltre alla ricetta anche i Paesi Bassi, spiegandoci che li chiamiamo erroneamente Olanda, senza sapere che Olanda è il nome di una regione, come da noi Toscana o Umbria. Insomma Mony ci ha illustrato benissimo i Paesi Bassi e da lei troverete ogni curiosità.


La mia ricetta è questa Pane allo Zucchero - Suikerbrood - vi copio la spiegazione, molto dettagliata di wikipedia: Il suikerbrood ("pane di zucchero"; frisone occidentalesûkerbôlle o sûkerbôle[1]francesecraquelin) è un pane lievitato differente da una brioche. Contiene una quantità significativa di zucchero, tradizionalmente aggiunto come zucchero a perle, sebbene talvolta si usino cubetti di zucchero[2]. Anche se è mangiato dovunque nei Paesi Bassi e nel Belgio,[3] è specialmente associato con la regione della Frisia[4]. Il Suikerbrood è solitamente aromatizzato con cannella[5] e a volte con lo zenzero[1]. Un uso tradizionale del suikerbrood è a seguito della nascita di un bebé[6].
E' buono, quando, nel mangiarlo, si incontra la granella di zucchero è croccante, una delizia, me lo sono mangiato quasi tutto, è una ricetta facile e veloce, adesso vado ad illustrarvela.

Ingredienti:

320 grammi di farina 0, io Molino Chiavazza
120 grammi di granella di zucchero
15 cl = 150 ml di acqua tiepida 
20 grammi di lievito di birra
125 grammi di burro, fuso e freddo
15 grammi di zucchero semolato
2 tuorli
1 pizzico di sale

Mettere tutto insieme nella planetaria, farina, zucchero semolato, tuorli e burro, fuso e freddo, aggiungere poi il lievito sciolto precedentemente nei 15 cl di acqua tiepida e impastare, deve risultare morbido ma non appiccicoso, aggiungere farina se manca. Lavorare con le mani sulla spianatoia.
Dividere in due l'impasto, uno da 450/500 e uno da 150/180 grammi, e far riposare, 15 minuti.
Prendere l'impasto più grande ed aggiungere la granella, 100 grammi, impastare brevemente, e formare una palla, nell'impasto più piccolo mettere delle scaglie di cioccolato, io fondente, e stenderlo con il mattarello, formare una sfoglia e collocare al centro l'impasto più grande, chiudere bene, appoggiare il lato con la chiusura in basso sulla placca del forno, e far lievitare coperto con pellicola o sacchetto di naylon al caldo per circa un'ora.
Spennellare con albume, praticare un taglio a croce e mettere sopra la granella rimasta.
Accendere il forno a 200°C e infornare per 30/35 minuti, comunque deve essere dorato, fatelo raffreddare e mangiatelo.
La prossima lettera, fra 30 giorni, sarà la B e andremo nella cucina di Terry - Crumpets & Co. Avete tempo per fare le vostre ricette.
Ricetta tratta da qui

Submission Yeastspotting



lunedì 7 gennaio 2013

QUANTI MODI DI FARE E RIFARE I BACI DI DAMA


Nuovo anno, 2013 e noi ancora una volta insieme, siamo nella cucina di Artù del blog La casa di Artù e lei, piemontese doc ci ha presentato i Baci di Dama.
I Baci di Dama, che possiamo trovare qui, sono i famosi biscottini da tè, piemontesi, originari della cittadina di Tortona, dove nacquero un secolo fa.
La ricetta è molto semplice, gli ingredienti pochi ma equilibrati e il sapore risulta unico, l'odore delle nocciole appena tostate vi stordirà e il loro sapore vi rimarrà a lungo in bocca. La nocciola del Piemonte, detta anche nocciola tonda gentile delle Langhe, è un prodotto ortofrutticolo italiano Igp, (indicazione geografica protetta). L'uso delle nocciole nella nostra alimentazione aiuta a mantenere a livelli bassi il colesterolo "cattivo" e di innalzare i valori di quello "buono", anche la presenza di vitamina E fornisce un apporto di antiossidanti rallentando l'invecchiamento dei tessuti. Insomma mangiare nocciole fa bene.


Ingredienti:

250 grammi di nocciole del Piemonte, tostatele leggermente per togliere la buccia
300 grammi di farina, io 0 Molino Chiavazza
250 grammi di zucchero semolato
200 grammi di burro morbido, temperatura ambiente

cioccolato fondente da copertura

Tritare le nocciole, non finissime, io le ho messe in mezzo a due canovacci e ho passato sopra il mattarello, per romperle bene, poi gli ho dato una frullata velocissima per evitare che tirassero fuori l'olio, poi mi piace sentire i pezzettini di nocciola mentre si mangiano i biscotti. Mettere tutti gli ingredienti in una ciotola e impastare. Formare delle palline un po' più piccole delle noci e metterle sulla carta forno un po' distanti, crescono in cottura, metterle in forno caldo, 170/175°C per 20/25 minuti, le mie si sono cotte in 20 minuti a 170°, poi fatele freddare.
Nel frattempo fate fondere il cioccolato a bagnomaria e accoppiate due biscotti "incollandoli" con il cioccolato, metteteli a freddare e poi mangiateli, oppure incartateli con carta argentata per conservarli, dureranno poco state tranquille.



Il prossimo appuntamento sarà il 6 febbraio nella cucina di Barbara del blog My Italian Smorgasbord


venerdì 4 gennaio 2013

BACCALA' MANTECATO


La ricetta è quella della Confraternita del Baccalà mantecato, la faccio da tempo, lo trovate anche qui, è semplice, e veloce e il risultato eccezionale, cucino molto spesso il baccalà in vari modi, ci piace molto, ma il baccalà mantecato rimane il mio preferito, in questa ricetta l'ho accompagnato a crostoni di polenta grigliati e un buon cavolo nero, cotto in un dito di acqua, per pochi minuti il tutto condito con pepe e un giro d'olio.

Ingredienti:

1 chilo di baccalà sotto sale o secco, la ricetta prevede lo stoccafisso, ma io non avevo tempo, ci  
   vuole una settimana di ammollo
2 foglie di alloro
mezzo limone
olio q.b. ma sicuramente 100/150 ml io Olio Dante

Comprate un buon baccalà o stoccafisso, la differenza, se non lo conoscete la capirete dal prezzo, lo stoccafisso costa il doppio, (in Veneto quando parlano di baccalà intendono stoccafisso) mettetelo a bagno in acqua corrente, o cambiatela 4/5 volte al giorno per 48 ore, se baccalà, se stoccafisso una settimana. Mettetelo poi in una pentola con acqua fredda dove avrete messo un paio di foglie di alloro e mezzo limone, portate ad ebollizione e fate cuocere per 15 minuti. Una volta tiepido togliete pelle e spine, sminuzzatelo e mettetelo in un contenitore alto, prendete dell'olio evo e cominciate a versarlo a filo sul baccalà mentre con una frusta o un mestolino di legno girate come se faceste la maionese, continuate a versare olio e vedrete che il baccalà diventerà come una spuma, appena pensate che sia pronto, aggiustate di sale e pepe. 
Io l'ho avvicinato a crostoni di polenta fatta un po' soda e poi grigliata e a cimette di cavolo nero, voi mangiatelo come preferite, sentirete la bontà del baccalà mantecato.