mercoledì 30 marzo 2011

Risotto al radicchio trevisano tardivo con caprino

E' la mia grande passione. Sì parlo del radicchio rosso di Treviso, il tardivo, quello che costa tanto e si trova anche poco. Io, dico la verità, quando lo trovo al mercato lo compro, ma mangiandolo solamente io ne compro sempre 2, 3 cespi e basta, certo se in una famiglia media lo mangiano tutti, la spesa diventa eccessiva. Ma perché le cose buone costano sempre troppo? certo non è indispensabile, anche l'altro è molto buono, ma è un'altra cosa, questo si scioglie in bocca e con un riso carnaroli di un certo livello ti fa sognare.

Ingredienti x 2 persone:

3 cespi di radicchio di treviso, il tardivo
250 grammi di riso carnaroli di buona qualità
brodo vegetale fatto precedentemente con varie verdure
un cipollotto fresco
un caprino
burro

Lavate, sfogliate, fate a pezzetti e mettete a cuocere il radicchio in un tegame dove avete fatto imbiondire un cipollotto fresco. Cinque minuti non di più e poi toglietelo. Nello stesso tegame mettete il riso e fatelo tostare, poi cominciate ad aggiungere piccoli ramaioli di brodo vegetale bollente e portate a cottura, tenete presente che un buon riso necessita di una lunga cottura, quando è quasi cotto, rimettete il radicchio nel tegame e continuate ad aggiungere brodo. Una volta cotto spegnete il fuoco, metteteci dentro un pezzo di burro e coprite, Dopo qualche minuto aggiungete un caprino, girate e portate a tavola. Girate e mettete nei piatti. Va solo assaggiato.


                     con questo risotto partecipo al contest Riso(t)TIAmo???










lunedì 28 marzo 2011

Riso Venere con calamari e gamberoni

Un semplicissimo risotto ai calamari e gamberoni, ma con un riso molto particolare, non è un riso bianco al nero di seppia ma il famoso riso Venere.

Due parole prese da questo sito per spiegare questa questa meraviglia. Il riso nero Venere in Italia è stato ottenuto mediante un incrocio con una varietà asiatica messa a disposizione dall’IRRI (Istituto Internazionale di Ricerca sul Riso) che ha sede nelle Filippine e che è il più importante Ente per la conservazione delle varietà di riso del Mondo.
L'aroma e il colore del riso Venere sono del tutto naturali. Alla pari di tutte le nuove varietà di riso anche Venere è stato ottenuto mediante un complesso sistema di incroci fra due varietà di riso.
Venere non è stato ottenuto con tecniche biotecnologiche ma solo con tecniche convenzionali. 


Il mio Venere è anche integrale, e non si cuoceva mai. Ma io amo il riso e devo provarli tutti.


Ho pulito dei calamari, li ho tagliati a striscioline, messi in una padella dove avevo fatto soffriggere, olio, aglio e peperoncino, quando i calamari si sono colorati ho aggiunto pomodorini pachino tagliati a pezzettini e ho fatto andare ancora per 5 minuti, ho aggiunto il riso e poi pochissimo brodo vegetale per volta fino a cottura ultimata, 50 minuti. Il brodo che andate ad aggiungere deve essere sempre bollente, il tegame deve essere sempre coperto. Intanto ho fatto saltare i gamberoni in una padella e li ho tenuti da parte, a cottura ultimata ho messo un gamberone e due mazzancolle in ogni piatto. Le mazzancolle del mio piatto sono state mangiate da mio figlio prima della fotografia. E' un riso molto particolare, durante la cottura tira fuori tutto il nero e l'aroma aumenta con il calore, è meraviglioso, i calamari erano appena pescati, è venuto fuori un piatto eccezionale


Questo premio mi è stato dato da Myriam, sono molto contenta e per questo motivo lo dono a tutti quelli che vengono a trovarmi, anche solo per un salutino, mi dispiacerebbe dover scegliere fra i blog a me più cari. 

con questo risotto partecipo al contest Risot(TiAmo)???
  
 

venerdì 25 marzo 2011

Madeleine

Le Madeleine sono dei soffici dolcetti francesi originari di Commercy, comune situato in Lorena, nella Francia del nord-est. La sua forma è dovuta allo stampo a conchiglia dove vengono cotte, Sono dei biscottini per il tè, adatti ad un incontro fra amiche, o per i bambini ma sempre accompagnate da un buon tè profumato e di buona provenienza. Io mi sono affidata alle abili mani di Sonia Peronaci di Giallo Zafferano e la ricetta della Madeleine la trovate qui.
Come teglia ho usato lo stampo da madeleine della Guardini della linea Morgane e potete trovarlo qui in questa bella esposizione.

mercoledì 23 marzo 2011

Uova di quaglia con sale al tartufo




Capita di avere voglia di mangiare due uova? sì, ma non due uova normali grandi, due uova piccolissime di quaglia, che contengono pochissimo colesterolo e sopra una spruzzata di meraviglioso sale al tartufo. Il sale della Magnatum club, nota azienda umbra specializzata nella lavorazione dei migliori tartufi bianchi e neri italiani, non solo, la Magnatum lavora anche caviale, formaggi, bottarga, e ancora, fagioli borlotti, fagioli dall'occhio, mostarda di mele, e il famoso Strolghino di culatello, che io ho mangiato a Natale e ho comprato anche ieri dal mio salumiere, una delizia. Potete trovare qui  tutte le specialità della Magnatum club.

lunedì 21 marzo 2011

Lemon cake...una delizia tutta inglese




La cosa che voglio dire subito è che questo dolce è stato tradotto dall'inglese da Ornella.
Le ricette che abbiamo trovato sui siti italiani non ci piacevano, non davano garanzie sufficienti per poter fare un dolce qual è il lemoncake, allora Ornella si è offerta di tradurre una ricetta inglese trovata in questo sito qui.

Ingredienti:

per il dolce:

385 grammi di farina 00
1 1/4 cucchiaino da the di lievito per dolci
1/2 cucchiaino da the di bicarbonato
245 grammi di yogurt naturale
1e 1/2 cucchiai da tavola di zeste di limone
59 grammi di succo di limone
1 cucchiaino da the di estratto di vaniglia
250 grammi di burro
350 grammi di zucchero
4 uova

Per la glassa:

120 grammi di zucchero a velo
2 cucchiai da tavola di succo di limone, la glassa deve essere fluida, magari la passate più di una volta.


Setacciare assieme la farina con il lievito in polvere in una ciotola. Preriscaldare il forno a 180°, imburrare ed infarinare uno stampo da 24 cm con il buco in mezzo meglio se trovate uno stampo decorato, il dolce sarà più bello.
Mescolare lo yogurt, le zeste di limone, il succo e la vaniglia in una piccola ciotola.
Montare lo zucchero con il burro in una ciotola più grande. Aggiungere le uova una alla volta e sbattere.

Aggiungere nella ciotola dello yogurt il bicarbonato e mescolare bene.
Infine aggiungere la farina precedentemente setacciata con il lievito in polvere, mescolare il tutto molto bene.
Versare con il cucchiaio l'impasto nello stampo imburrato e cuocere per 45-50 minuti (fare la prova stecchino)
Lasciare raffreddare per qualche minuto prima di sformare il dolce.
Preparare la glassa dopo che il dolce è raffreddato, mescolando bene il succo di limone con lo zucchero, fate molta attenzione ai grumi.
Versarla sopra il dolce che avrete appoggiato su una graticola con sotto un piatto, in modo da recuperare la glassa e riportarla nuovamente sul dolce. Fate in modo che la glassa si possa versare, liquida ma non troppo, si deve vedere molto bene sul dolce.


venerdì 18 marzo 2011

19 marzo, festa del Papà...Zeppole di San Giuseppe

Mi scuso per la foto ma una macchina è fuori con mio figlio e quella vecchia più di così non concede
Siamo arrivati alla Festa del Papà, e anche io ho fatto le zeppole di San Giuseppe o bignè di San Giuseppe. Sono uno dei dolci fritti più buoni in assoluto e la sera prima o la mattina stessa nelle pasticcerie romane, soprattutto in quelle più famose si creano delle file interminabili e sono tante quelle che tirano fuori i numeri per evitare litigi, perché in giorni come questi, si rischia di  rimane in pasticceria anche delle ore, se non le prenoti magari rimani anche senza. Io abitando in una zona dove abbondano pasticcerie, anzi, pare, le migliori pasticcerie di Roma, alcuni anni le ho comprate prenotandole, poi ho cominciato a farle da sola e il risultato devo dire che è più che soddisfacente.
Mi sono affida a Giallo Zafferano e sono venute benissimo, qui la ricetta. L'unica cosa che le amarene erano home made, le avevo fatte l'anno passato, erano buonissime, sono finite proprio con questa ultima ricetta, le ho usate tutto l'inverno, sul gelato, panna cotta, crema pasticcera.

Ingredienti:


250 ml di acqua
70 grammi di burro
150 grammi di farina
la scorza grattugiata di un limone
1 pizzico di sale
3 uova
40 grammi di zucchero


Per la crema pasticcera, andate qui


Per il resto seguite la ricetta di Giallo Zafferano dal link che ho postato sopra.

mercoledì 16 marzo 2011

Una torre di colori cari a tutti noi...


Domani sono 150 anni che l'Italia è una nazione, non voglio ripetermi, ho già scritto nell'altro post quale è il mio pensiero in proposito, ma sono contenta che sia stato dichiarato giorno festivo. Volevo fare un altro piatto con i colori della bandiera ma ormai nel web si trova di tutto, la fantasia di ognuno si è sbizzarrita, allora ho pensato di fare una torre, una torre con i colori della bandiera, una torre non è piatta, è in 3D ha 4 lati, si vede meglio ed io ho immaginato una torre grandissima, vuota dentro, all'ingresso della prossima esposizione mondiale di Milano del 2015, fatta non so con quali materiali, sicuramente ecologica, una sorta di giardino verticale con i colori della bandiera italiana. La sottoporrò a qualcuno....

Per il momento accontentiamoci della nostra piccola torre.

Ingredienti:


per il verde:

cicorietta di campo, pulita da me, lessata da me e ripassata in padella da me

per il bianco:

ricotta di pecora

per il rosso:

ho fatto un pan di spagna salato, la ricetta l'ho presa da qui e ho aggiunto
il colorante rosso, e un po' di concentrato di pomodoro.

Una volta pronti gli elementi per comporre la torre, ho preso il meraviglioso e utilissimo coppapasta con lo stantuffo di Guardini che trovate qui, risolve mille problemi.
Passate un buonissimo 150° auguri a tutte/i.

domenica 13 marzo 2011

Buon compleanno Italia!


Questo è un post un po' particolare, non vuole essere una ricetta, ma vuole ricordare una data molto importante: l'anniversario dell'Unità d'Italia. Infatti sono 150 anni che l'Italia è diventata una nazione unita e gli italiani un solo popolo. Ora fare dell'ironia, su chi inneggia al secessionismo sarebbe molto facile, io non lo farò perché ho una profonda disistima per quelle persone, che ahimé ci governano anche, ma che non riusciranno in quello che è il loro pensiero, perché gli italiani ci tengono ad essere un popolo unito, perché uniti si è più forti sia economicamente che politicamente, e solo uniti si possono aiutare sia le persone che le regioni più deboli. Perciò è importantissimo festeggiare il 150 compleanno dell'Italia.

Sono solo delle fettuccine colorate, verdi e rosse e in mezzo un pezzo di parmigiano, una grande produzione italiana. Ripeto non ho voluto dare risalto ad una ricetta, ma ai colori, bellissimi che rappresentano la bandiera italiana.

Con questa ricetta partecipo, appunto al contest di Antonella che trovate qui sull'unità d'Italia.



venerdì 11 marzo 2011

Risotto al mirtillo rosso

Un delicatissimo risotto al mirtillo rosso disidratato da servire in una deliziosa ciotolina per una cena in piedi. La comoda ed elegante ciotolina è di Atmosfera Italiana che sta presentando i suoi prodotti attraverso un gioco: partecipa e vota la foto più bella, trovate qui le istruzioni per giocare.
Un delicatissimo risotto al mirtillo rosso, stavo appunto dicendo, sì è molto semplice. Fate tostare in una padella un buonissimo riso carnaroli, io uso quello delle Cascine Orsine, un riso biologico, con una cottura di 25 minuti, allora fatelo tostare, cioè mettetelo in una padella da solo e fatelo scaldare mentre girate di continuo la padella per non farlo bruciare, quando è tostato, (è pronto quando si sente il calore prendendo un chicco tra le dita) si comincia a versare brodo bollente (meglio se di carne, altrimenti vegetale) e si continua ad aggiungere brodo, quando serve fino a cottura ultimata. Qualche minuto prima spegnere il fuoco,  mantecare con burro e parmigiano per alcuni minuti e prima di portare in tavola una manciata di mirtilli disidratati.
Ho preso un coppapasta a forma di cuore, l'ho appoggiato sul ciotolino nero e l'ho riempito di riso, ho tolto il coppapasta e l'ho decorato, con mirtilli e parmigiano e succo di mirtilli, ho fatto tante ciotoline quanti erano i commensali. E' piacevole avere in tavola questi oggetti, soprattutto quando si ha tanta gente.

domenica 6 marzo 2011

Quanti modi di fare e rifare...Frisgiori longhi (frittelle lunghe)

Eccoci al secondo appuntamento con la nostro progetto "Quanti modi di...fare e rifare". Per questa seconda uscita vi proponiamo, come vi avevamo già annunciato, le frittelle lunghe di carnevale, dette anche, in Sardegna, Frittura araba. Questa frittura è tipica di alcune zone del sassarese, mentre in altri comuni, sempre la stessa ricetta, si chiama in diversi altri modi, zippulas nel cagliaritano.
Noi abbiamo preso questa ricetta qui e se devo dire la verità, per avvisare chi deciderà di rifarla, la prima volta è venuta un'altra cosa, non è facile fare la spirale,  i sardi hanno un imbuto, così perlomeno spiegano nelle ricette, con un manico lungo che riempiono con questo impasto e poi quando l'olio è pronto vanno sopra e lo lasciano cadere nell'olio bollente. Ripeto, non è facile, io la seconda volta ho usato il sac a poche senza bocchetta, quelli usa e getta, l'ho riempito e quando era pieno l'ho tagliato in punta, è stato abbastanza facile, poi il resto è venuto da solo.

Ingredienti:

500 grammi di semola rimacinata
500 grammi di farina 00
1 litro di latte tiepido
1 cubetto di lievito di birra da 25 grammi
1 pizzico di sale
la scorza grattugiata di due arance non trattate
mezzo bicchierino di acquavite
mezzo bicchierino di liquore d'anice
olio di semi di arachide per friggere
zucchero semolato per ripassare le frittelle una volta fritte



1) Io ho messo tutto nella macchina del pane, programma impasto, ho sciolto il lievito nel latte tiepido e l'ho unito alla farina, la scorza dell'arancia, i liquori  e ho fatto impastare a lungo, fino ad avere un composto molto liscio.
2) Ho messo in una ciotola, coperto con pellicola e copertina di pile e lasciato lievitare fino al raddoppio.3) Ho messo abbondante olio in una padella dai bordi alti, riempito un sac a poche chiuso da un lato e quanto l'olio era pronto, ho tagliato la punta del sac e ho cominciato a versare l'impasto girando a spirale. Non è facile, ma si può fare, fatele dorare bene e poi mettetele ad asciugare nella carta per il fritto (cartapaglia) e riempitele di zucchero semolato, mangiatele dopo poco perché  il giorno dopo non sono molto buone, è la classica pasta dei bomboloni, buoni appena fritti, ma dopo un po' di ore diventano gommosi.

Questi i Frisgiori di Anna

...e questi di Ornella


La ricetta che vi proponiamo per l'uscita del 6 aprile è la classica, e meravigliosa Pastiera napoletana, un dolce ormai conosciuto da tutti e amato da tutti quelli che lo conoscono, e questa è un'occasione per quelli che invece ancora non lo conoscono, fatelo insieme a noi, la ricetta che vi proponiamo è tratta dal sito ufficiale che trovate  qui ed è garantita la sua riuscita.


Volevo dire anche un'altra cosa. Se qualcuna di voi volesse fare una proposta su una ricetta da fare insieme, sarebbe la benvenuta,  alcune di voi hanno fatto il pane tedesco alla birra e se qualcuno li volesse visionare, sono nel post del pane tedesco, sono venuti benissimo.

mercoledì 2 marzo 2011

Il Girasole...un pane per l'8 marzo

Questo pane meraviglioso, giallo come il sole, lo dedico a tutte le donne per la festa dell'8 marzo. La giornata internazionale della donna, comunemente definita festa della donna, ricorre l'8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo. Quest'anno la Giornata della Donna compie 100 anni, infatti  proprio nel marzo 1911, fu decretata, da Clara Zetkin dell'Internazionale socialista, Giornata Internazionale della Donna. Forse non ci fu nessun rogo, ci sono pareri discordi su questa vicenda, anzi pare proprio che dopoguerra cominciarono a girare fantasiose versioni secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York. facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori, in gran parte giovani donne immigrate dall'Europa. Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York. (Cenni storici da Wikipedia).
Io non sono mai stata d'accordo sui festeggiamenti, non sono mai andata a cena con le amiche, perché non la considero una festa. Le donne sono ancora maltrattate, picchiate, oltraggiate e stuprate, e sono troppe quelle che vengono uccise dai propri mariti e compagni, per cui non mi pare che ci sia nulla da festeggiare, secondo me l'8 marzo dovrebbe essere una giornata di riflessione.

Volevo fare una cosa gialla da donare a tutte le donne, ma la solita torta mimosa non mi andava, la fanno tutti. Ho cominciato a girare nel web e ho trovato nel blog di Manu, questo bellissimo pane, buono, fatto con licoli, cotto in teglia "Last minut" della Guardini e di grande effetto. Io l'ho preso da qui

Ingredienti:

200 grammi di licoli qui e qui  molto attivo
125 grammi di  acqua
100 grammi farina di grano duro (io semola rimacinata)
310 grammi farina bianca 0
7     grammi di sale
50   grammi olio evo

Ho sciolto licoli nell'acqua, l'ho fatto riposare 15 minuti, poi ho aggiunto le farine, l'olio e il sale, ho mescolato e messo tutto nell'impastatrice, ho fatto lavorare bene l'impasto e poi fatto lievitare per un'ora. Una volta pronto, mettetelo sopra alla carta forno, stendetelo a forma di cerchio con un diametro, pressappoco di 25-26 cm e un'altezza di 1,5 cm, mettete al centro del cerchio un bicchiere o un barattolo capovolto e lasciatelo li, spennellate la parte della corona scoperta e spolverizzatela con farina. Poi dividete questo cerchio in 16 spicchi, non è difficile, lasciando sempre coperta la parte centrale, adesso prendete con le dita uno spicchio per volta, tiratelo leggermente verso di voi e giratelo di taglio (fate un mezzo giro) praticamente il triangolo lo dovete vedere di taglio, fatelo con tutti gli spicchi. Girateli tutti nello stesso verso.
 
 A questo punto fate le vostre decorazioni come preferite, io ho ricoperto il centro con dei semi di zucca e poi ho spolverato tutti gli spicchi (a questo punto sono dei petali) con la curcuma, che non dà sapore ma solo colore. Fate lievitare (io l'ho coperto a campana) per alcune ore, quando è pronto lo vedete perché i petali si uniranno tra di loro. L'ho trasferito nel forno preriscaldato a 180°C per 35-40 minuti.
A cottura avvenuta è diventato davvero un bellissimo girasole, portatelo a tavola così e ognuno staccherà il proprio petalo. Se i petali si tagliano più stretti, si possono anche aprire da una parte, farcire con del prosciutto e richiudere (mi è venuto in mentre adesso mentre scrivevo) così si può servire anche come antipasto. Bellissimo.