venerdì 31 maggio 2013

CUCINA UNGHERESE: PALACSINTA di GUNDEL per l'Abbecedario Culinario d'Europa


Questo mese con il nostro Abbecedario culinario d'Europa, nato da Aiu della famosa Trattoria MuVarA, siamo volati nella bellissima Ungheria, bel territorio e ottima cucina, non parliamo del goulash che ormai conoscono anche i sassi, ma di una pasticceria splendida, dolci ricchissimi, ripieni succolenti con splendide decorazioni. Li avrei fatti tutti, ma in particolare mi ha colpita la ricetta dalla Palacsinta la regina delle crêpes. La Palacsinta è un dolce creato da uno chef ungherese Karoly Gundel quasi 100 anni fa. Come ripieno si usano le noci tritate, uva passa, rum e scorze di arancia e sopra si mette una salsa di cioccolato caldo con la vaniglia. Ospita l'Ungheria Cindystar.

martedì 28 maggio 2013

CANNOLI ALLA SICILIANA


La ricetta è di quelle che ti fanno venire l'acquolina in bocca, chi non ama i cannoli alla siciliana? questo, insieme alla cassata è il dolce per chi ama la ricotta, ed è uno dei più rappresentativi della Sicilia all'estero, conosciuto e apprezzato da tutti per la sua dolcezza e delicatezza. E' un dolce carnevalesco, ma ormai si trova tutto l'anno e tutte le pasticcerie, anche a Roma ne fanno bella mostra, e quelli piccolini fanno ormai parte della pasticceria mignon, sono deliziosi, uno tira l'altro. Andiamo a preparare la "scorcia" l'involucro del cannolo.

giovedì 23 maggio 2013

BAVARESE CON SALSA ALLE FRAGOLE


Grand Gourmet anno 1986. La rivista è una di quelle belle, patinata, con le ricette dei Grandi della cucina internazionale. Io già all'epoca coltivavo la mia passione e l'alta cucina mi ha sempre affascinato,  non lo nascondo. Ho sfogliato quelle pagine decine e decine di volte, ho fatto solo un paio di ricette, sono lunghe e abbastanza complicate, ma i risultati ci sono. Leggere le ricette di Paul Bocuse, le ricette dell'Hotel Savoy dove Escoffier dava vita alle sue creazioni per l'alta società londinese, la grande cucina tedesca, quella di Vienna e di tante altre capitali della Vecchia Europa, mi ripaga un po' di tutto quello che siamo costretti a vedere oggi. Da una parte c'è stata una presa di coscienza sull'importanza del food made in Italy, una tutela dei nostri prodotti e, dall'altra, una sempre maggiore adulterazione. E' un vero peccato, le nostre ricette sono qualcosa di unico, ogni regione ha tante di quelle eccellenze che raramente si trovano in altre parti del mondo. Come non pensare alle crostate ricoperte di confetture fatte con la nostra frutta che tutti ci invidiano,  la cassata siciliana - un inno al barocco - le paste fatte in casa, ogni regione ne ha decine: quelle sarde sono dei ricami a tombolo, le lorighittas, e tanto e tanto altro, conserviamolo, tramandiamolo, io sarò anche una rigida (qualcuno sostiene che io sia una "talebana"), ma questa è cultura e la cultura va tramandata. Tornando alla mia ricetta, erano anni che volevo fare questa bavarese,(pag. 41, Grand Gourmet n.16 anno 1986) ma ho sempre rimandato, oggi ho ritenuto importante il contest di Barbara tanto da dedicargli questo piccolo gioiello: Barbara ti dedico la mia bavarese preferita.

martedì 21 maggio 2013

BONET, il tradizionale budino piemontese

Ripubblico il post con la ricetta del Bonet piemontese per partecipare al contest della Cucina di Barbara

Ho voluto mettere una foto vecchia trattandosi di un dolce antico, non è sicuramente perfetta, ma ho sempre amato le foto seppiate...

La ricetta è tratta dalla rivista Sale&pepe di novembre. 
I piemontesi lo pronunciano "bunet" che in dialetto indica un tipo di copricapo dalla forma simile a questo budino, che veniva cotto in uno stampo di rame chiamato appunto "bonet ed cuisin" cioè berretto da cuoco. Questo è quanto viene riportato nel vocabolario di piemontese-italiano, c'è invece chi sostiene una seconda ipotesi, anche questa molto curiosa che viene dalle Langhe. Il dolce sarebbe stato chiamato così perché servito a fine pasto, come il cappello si indossa per ultimo prima di uscire. Comunque il bonet, è una delle specialità piemontesi molto antiche come rivelano documenti del XIII secolo. Ci sono due versioni, una del Monferrato senza cacao e una delle Langhe con l'aggiunta di cacao, viene poi aromatizzato con piccole aggiunte personali, chi mette il liquore amaretto, chi stecca di vaniglia e chi, come me, il rhum, altri sciolgono dentro al composto un gianduiotto.
Insomma un po' di fantasia va bene, basta che non si muti troppo la vera ricetta. Una volta cotto fatelo freddare nella sua acqua di cottura e poi in frigorifero per alcune ore, sì il bonet va mangiato freddo, e adesso la ricetta.

lunedì 20 maggio 2013

MUFFIN AI MIRTILLI DISIDRATATI



Questi muffin li ho presi da buonissimo, quelli sono alla nutella, i miei no, ma in linea di massima sono simili. Non è una grande ricetta, ma una cosetta da colazione poco impegnativa, e siccome sto preparando un dolce più complicato volevo pubblicare una cosa veloce senza troppo impegno, ma buona, l'avevo già postata sul blog del pane, quando questo era out, e ve la ripropongo

giovedì 16 maggio 2013

CUCINA SARDA: MACARRONES DE BUSA CON LE NOCI


La  pasta tipica del nuorese, una specie di grosso bucatino che prende il nome dal ferretto con il quale lo si prepara, la busa, o ferrittu. Il macarrones, o maccarrones è una delle tre paste famose della Sardegna, ci sono ancora altri tipi di gnocchi e gli altrettanto famosi culurgionis di patate e formaggio che faremo in seguito, per adesso ci fermiamo qui e magari andiamo, con il vostro aiuto a visitare qualche altra regione. Adoro fare la pasta in casa e mi piace mangiarla.

mercoledì 15 maggio 2013

CUCINA SARDA: MALLOREDDUS CARCIOFI E BOTTARGA


Un'altra pasta della tradizione sarda: Is malloreddus. I malloreddus, nome con cui si chiamano nella zona del Campidano, sono dei piccoli gnocchi di semola di grano duro e acqua, si trovano a comprare, ormai, in ogni negozio, ma fatti in casa hanno un sapore completamente diverso, è una pasta che si abbina bene ad ogni condimento, verdure, pesce, salsiccia, alla barbaricina, oppure con bottarga e carciofi, come li ho conditi io
I malloreddus nel Sassarese sono chiamati cigiones o ciciones, nel Logudoro macarones caidos o macarones de punzu, nel Nuorese cravaosQui trovate la tavoletta di legno con cui rigare gli gnocchetti, e qui la ricetta per l'impasto. Comunque, una buona semola rimacinata, questa è la cosa principale, tanta voglia di fare e si impara subito.

lunedì 13 maggio 2013

TRUFFLE SEMIFREDDO AL RUM


Dopo i risultati delle elezioni politiche di ieri credo sia doveroso fare un bagno di cioccolato tanto per gratificarsi e rinfrancare lo spirito sono  molto delusa dal voto degli italiani, si sono dimenticati le mignotte, i balletti con le minorenni, i condoni, le grandi evasioni consigliate dallo stesso, insomma gli hanno perdonato tutto...bene questo ci serve proprio.
Da Sale&pepe di ottobre

Ingredienti per 10 persone (dicono loro) io dico 8 scarsi

uno stampo della capacità di 1 litro, da budino va bene, il mio è in alluminio di quelli di una volta

400 grammi di cioccolato fondente
3 decilitri di panna fresca 
1 baccello di vaniglia
2 cucchiai di rum
80 grammi di burro
4 tuorli
150 grammi di nocciole tostate
130 grammi di zucchero semolato

Mettete le nocciole in forno e fatele tostare al grill, non bruciatele, nel frattempo mettete i 130 grammi di zucchero in un padellino con 3 cucchiai di acqua e fate sciogliere le zucchero, aggiungete le nocciole e mescolate fino a che diventa bianco, tipo sabbia, continuate a cuocere lo zucchero fino a che caramella, spegnete e versate il tutto su carta forno. Fate freddare le nocciole e poi pestatele nel mortaio, o mettetele in mezzo a due fogli doppi di carta forno, sopra un canovaccio e battetetele con un mattarello senza polverizzarle troppo. Lasciatene 3/4 per il decoro finale.
Incidete il baccello di vaniglia, raschiate i semini e metteteli nella panna in fusione per 20 minuti, la ricetta  prevedeva di portare la panna quasi ad ebollizione, io l'ho fatto e dopo non si è montata e l'ho buttata, per cui non fatelo.
Tritate il cioccolato e mettetelo in una pirofila a sciogliere in bagnomaria e aggiungete il rum.
Montate il burro a crema e poi aggiungete i tuorli, quando il composto di cioccolato è sciolto e meno caldo aggiungetelo al composto di uova e burro.
Montate la panna alla vaniglia e aggiungetela al composto con il cioccolato con movimenti dal basso verso l'alto.
Con questo composto riempite il vostro stampo a strati, nocciole tritate e cioccolato fino ad esaurimento, lasciate un cucchiaio di nocciole tritate sempre per il decoro.
Adesso mettete il vostro truffle nel congelatore per almeno 8 ore. 
Toglietelo dal freezer e passatelo per pochi secondi in acqua molto calda, giratelo in un piatto di portata e basterà un colpetto per farlo scendere, decoratelo con le nocciole tritate e quelle intere, e godetevi questa delizia.
535 calorie a porzione

                                                    qui troverete tutte le informazioni


 Con questa ricetta dolce partecipo a Get an Aid in the Kitchen del blog Cucina di Barbara 








domenica 12 maggio 2013

CUCINA SARDA: LORIGHITTAS


Questa pasta l'ho vista nel blog di Giuseppe Capano, qui, io ci vado spesso, mi piacciono le sue ricette è una fonte di idee per una vegetariana. Una pasta, questa, dal nome non proprio facile, lorighittas, a lui l'hanno mandata dalla sardegna, io ho deciso di farla a mano, ho cercato la ricetta, ma non è stato difficile, ho due enciclopedie di cucina sarda, la semola rimacinata è sempre pronta per la pasta, l'acqua pure, e si comincia ad impastare.
Le lorighittas sono una pasta molto importante, preparata in occasione delle feste a Morgongiori, un piccolo paese della Marmilla, (Oristano). 
Da Wikipedia: la Marmilla è una subregione della Sardegna posta nella parte centro-meridionale della regione. È delimitata a est e a sud dal Campidano, a nord-ovest dal Monte Arci, a nord dalla Giara di Gesturi e dalla Giara di Serri, a est dal Flumini Mannu. Etimologia: Il nome Marmilla proviene dalle vaste colline tondeggianti assomiglianti verosimilmente a mammelle (vedi Castello di Marmilla a Las Plassas). Altra ipotesi è quella secondo la quale vista la presenza di molte paludi nella zona, il paesaggio poteva apparire punteggiato da "mille mari". 
Bellissimo il villaggio nuragico di su Nuraxi a Barumini, uno dei meglio conservati, per vederlo, anni fa, soffrimmo un grande caldo, in pieno agosto, ma uscimmo sbalorditi dalla bellezza  interna di quella costruzione, è anche molto grande.
Preparare le lorighittas richiede molto tempo, è una pasta che va fatta interamente a mano, in realtà è uno spaghetto arrotolato, ripiegato ad anello e fissato, i condimenti possono essere di vario tipo, io ho scelto un sugo fresco con pomodorini, olive e peperoncini, ma non piccanti, quelli a cornetto che danno un gustoso sapore di peperone. Passiamo all'impasto

Ingredienti per la pasta:

400 grammi di semola rimacinata di grano duro
8 pizzichi di sale
220 grammi di acqua
Impastare normalmente a mano o planetaria, io uso la macchina del pane, funzione solo impasto, ho messo tutto insieme dentro e viene un impasto molto liscio ed elastico, mettete a riposare qualche ora.


Per fare le lorighittas bisogna prima fare degli spaghetti un po' grossi, tipo i pici, assottigliarli sulla spianatoia, fargli fare due giri intorno al dito indice e medio uniti e poi intrecciarli tenendoli da un lato come da foto, però vi metto anche il link del sito di dove ho preso la ricetta per la preparazione delle lorighittas, qui, una chiara spiegazione con foto ben fatte.


per il condimento:

pomodorini datterini
olive nere
olio evo
aglio, fresco, adesso si trova
peperoncini rossi, cornetti, non piccanti
Ho messo olio, aglio e diversi peperoncini, non piccanti, in una padella capiente, poi le olive tagliate a rotelline e quando si è colorato ho buttato dentro i datterini tagliati in due, tenete il fuoco alto, altrimenti i pomodorini diventano salsa, pochi minuti e spegnete. Nel frattempo avrete messo sul fuoco una grande pentola con acqua, portate ad ebollizione, mettete una manciata di sale e poi le lorigattas, vogliono circa 10 minuti, comunque assaggiatele, quando sono pronte prendetele con una schiumarola e versatele nella padella con il sugo, ripassate pochi minuti e impiattate, io ho messo sopra del pecorino, ci sta benissimo.



lunedì 6 maggio 2013

BUGHATSA DOLCE DA SALONICCO per Quanti modi di fare e rifare


6 maggio, torna "Quanti modi di fare e rifare", torna il nostro amato appuntamento mensile con le ricette delle nostre amiche blogger,  ormai sparse per il mondo, sì siamo tante e abitiamo nei luoghi più diversi, pensiamo solo alle nostre care Anna e Ornella che abitano lontanissimo l'una dall'altra e tante altre in città, paesi e continenti. ormai siamo un bel gruppo, destinato ad aumentare, ogni tanto qualcuno si aggiunge, qualcuno ci segue, magari non ha tempo e ci scruta da lontano,e poi un giorno entrerà piano piano a far parte della nostra community, e a condividere le nostre ricette. Oggi voliamo nella cucina di Marina.
La bughatsa è un dolce di pasta sfoglia, ripieno di splendida crema pasticcera, aromatizzata, al gusto che preferite, io l'ho fatta due volte, la prima ho seguito alla lettera la ricetta della pasta sfoglia del blog Il laboratorio di mmskg ho "bruciato" la pasta sfoglia e ho buttato via tutto, la seconda volta, ho avuto paura e l'ho comprata, mi vergogno un po', e sì che l'ho fatta diverse volte, ma non mi sono fidata di me, allora per la ricetta della pasta sfoglia andate nel blog di Marina, la sua è perfetta.



Ingredienti:

per la pasta sfoglia vi lascio il link di Marina, è spiegata benissimo, oppure pasta sfoglia rettabgolare (senza grassi idrogenati, adesso ci sono)


per la crema:

500 ml di latte intero, bio
100 grammi di zucchero semolato
3 cucchiai di maizena
mezza bacca di vaniglia, bio
2 tuorli, bio

Ho fatto la crema come la faccio abitualmente, me l'ha insegnata la mia mamma che era molto brava, a lei non impazziva mai: separare i tuorli dagli albumi, sbattere i tuorli a spuma, io con il frullino elettrico, aggiungere poi, la maizena e poi a filo il latte così non formerà i grumi, una volta aggiunto tutto il latte portarla sul fuoco e a fiamma bassa continuare a girare fino a che non raggiunge il bollore, pochi minuti e la crema è pronta.
Quando la crema sarà fredda ponetela al centro della pasta sfoglia e richiudetela a busta 
formando un quadrato, trasferitela su una teglia con carta forno, infornatela a forno caldo 250°C,  appena infornate abbassate la temperatura a 230°, dopo 15 minuti portate la temperatura del forno a 200° e lasciate cuocere e dorare almeno 20 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare, tagliate poi la bughatsa a quadretti e spolverizzatela di zucchero a velo. Una curiosità, i negozi che vendono la bughatsa hanno uno speciale coltello per tagliarla, corto e affilatissimo. E' molto buona.

Arrivederci al 6 giugno con i "canederli verdi", andremo a trovare Antonella nel suo blog "Sapori in concerto"




mercoledì 1 maggio 2013

SCHINKENFLECKEN - cucina giuliana


Questo mese partecipo al gioco "l'Italia nel piatto" guest del mese, con questa bella ricetta dal nome impronunciabile Schinenflecken. (copiata da Stefania del blog Nuvole di Farina) Si tratta di lasagne condite con prosciutto, uova, panna e burro, non è una ricetta light, però apprezzerete la bontà di questa pasta. si tratta di una ricetta della cucina giuliana, da non confondere con quella friulana, il Friuli Venezia Giulia è formato dal Friuli, che affonda le sue radici nel patriarcato di Aquileia e la Repubblica Serenissima, e dalla Venezia Giulia rimasta in territorio italiano dopo la seconda guerra mondiale, compresa tra le Alpi Giulie e il mare Adriatico, dal golfo di Trieste, all'estremità meridionale dell'Istria, i suoi abitanti sono detti giuliani. Questa parte di territorio della Venezia Giulia, rimasto all'Italia nel secondo dopoguerra, costituisce, insieme al Friuli, la regione autonoma Friuli-Venezia Giulia. Interessante è leggere la ricetta in dialetto triestino, e potrete farlo andando nel blog di Stefania Nuvole di farina, dove ho copiato la ricetta.

per la pasta:

250 grammi di farina 0 più 50 grammi di semola rimacinata
2 uova bio
acqua, q.b.
sale
olio
io ho messo tutto nella macchina del pane, modalità impasto e ho preparato la sfoglia, fatta riposare, poi tirata e tagliata in rettangoli che ho fatto cuocere in acqua leggermente salata per pochi minuti poi messo ad asciugare nei canovacci.

per l'impasto:

250 grammi di prosciutto crudo
2 uova bio
100 grammi di panna da cucina
70 grammi di burro
Tritare il prosciutto, lavorare i tuorli con il burro morbido, montare a neve gli albumi,  unire al composto di tuorli e burro il prosciutto crudo, tagliato, e la panna, e per ultimi gli albumi, incorporandoli lentamente all'impasto.
Riprendiamo i nostri pezzi di pasta e cominciamo ad assemblare le nostre lasagne, un po' di farcia e la pasta, fino ad esaurimento, completare con il prosciutto, mettere in forno a 150° per 45 minuti. Ecco il nostro Schinkenflecken.


 con questa ricetta partecipo al gioco "L'Italia nel piatto"